GRAZIE...

La bocca arsa del mio deserto,
dove stille ardenti di sale e sabbia facean cella,
delirava l'acqua.
Intanto il sole, col suo cocchio d'oro, remigava ignaro
e non sapeva di quella sete.
Poi, in un fatato poi, un capello d'oro sfiorò l'agonia delle dune
e il beffardo riso di un tempo ghibli.
Allora, ogni granello s'accese di zolfanelli d'attesa...
Così, quel morto mar di fuoco sussultò di vita
e contro un cielo di fiamme azzurre s'udì il canto di una rosa...