“PRIMAVERA VIEN DANZANDO”   

Sul violin bizzarro
di un elfo campagnolo
gole d’uccelli trillano il risveglio
alla campagna in festa.
Ridesta
dal suo invernal letargo,
la tartaruga bruna,
con lenta corsa,
fruga e rifruga tra l’erbe;
non si cura
del secco caracollar di nota a nota,
con cui non viste
le tortore si lagnan.
I prati rinverditi
alla mia strana chioma donan
luccichio di smeraldo,
le pesche
il velluto alle mie guance
e le ciliegie
fuoco di rubini a queste labbra.
Questa son io
che all’arcobalen ho tolto
sinfonia di colori.